Narrano le leggende che chi conosce i segreti della Qabbalah, e in particolare dei poteri legati ai nomi di Dio, può fabbricare un golem, un gigante di argilla forte e ubbidiente, che può essere usato come servo, impiegato per svolgere lavori pesanti e come difensore del popolo ebraico dai suoi persecutori. Può essere evocato pronunciando una combinazione di lettere alfabetiche.

Si narra anche che nel XVI Secolo il Rabbino Jehuda Loew di Praga costruì un golem che animò iscrivendo sulla sua fronte la parola ebraica Emeth, ovvero verità e che lo usasse come servo ma anche come protettore della comunità ebraica. Lo si poteva distruggere solo cancellando dalla sua fronte la prima lettera e trasformando così la parola in Meth che vuol dire morte.

Leggenda? Favola? Può darsi ma gli abitanti della piccola cittadina di St. Petersburg in Florida avrebbero qualcosa di interessante da raccontarvi al riguardo.

 

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#48

 

GOLEM

 

1.

 

 

            Le cittadine costiere della Florida sono tutte uguali vi diranno: se non siete turisti, vi troverete perlopiù vecchi pensionati in attesa dell’ultimo respiro. C’è del vero in questa leggenda ma St. Petersburg ha qualcosa di diverso… come la statua d’argilla alta più di due metri ferma in mezzo ad una piazza. D’argilla o così pare, ma provate a cercare di distruggerla e la troverete incredibilmente resistente e scoprirete anche che è quasi impossibile spostarla. Si potrebbe fare con una gru o se si è in tanti a provarci ma le autorità di St. Petersburg hanno deciso che sarebbe stata una perfetta attrazione turistica. Dopotutto quanti luoghi al mondo possono dire di ospitare un autentico golem?

            Per anni la creatura è rimasta immobile senza dare alcun segno di vita, ma oggi… oggi sembra che la sua testa si sia improvvisamente alzata sia pure di poco. Illusione ottica? Scherzo dell’immaginazione? Può darsi e forse è così anche per la parola ebraica che sembra illuminarsi di colpo per poco più di un istante sulla sua fronte, ma che dire allora del fatto che i suoi occhi finora chiusi improvvisamente si aprono?

 

            Il rabbino Elias Eshcol tira un sospiro. L’ultima cosa che si aspettava era di trovarsi nella tana della più leggendaria delle sacerdotesse Voodoo in compagnia anche di uno zombie.

            Deve ammettere di trovare Marie Laveau decisamente affascinante, un’ammaliatrice da cui sarebbe saggio guardarsi, ma in questo momento è un’alleata preziosa.

-Mi diceva, Rabbi, di sapere chi è il demone che si aggira per Londra.- il tono di Marie è decisamente suadente.

-Non so esattamente chi sia, non precisamente almeno.- risponde Eshcol -Sa cos’è la Triade?-

            La Regina Voodoo di New Orleans scrolla le spalle.

-Si riferisce ai tre demoni che si fanno chiamare anche gli Antichi dei? Y’Garon, Y’Bsgloth, Y’Griarth? Certo che so chi sono. Pensa che quello che cerchiamo sia uno di loro?-

            È l’immaginazione di Eshcol o davvero la donna davanti a lui è stata scossa da un brivido?

-Ne sono certo.- replica deciso –Non so quale dei tre sia, però… non con certezza almeno.-

-Ciascuno di loro alla massima potenza potrebbe, se lo volesse, ridurre facilmente questo mondo ad un inferno di fuoco.-

-Io credo… spero… che non sia ancora abbastanza potente e che per questo si nutra delle energie vitali altrui, dobbiamo fermarlo prima.-

-Come se fosse facile. Odio ammetterlo, ma forse da soli non possiamo farcela, abbiamo bisogno di alleati.-

-Il suo… amico…- Eshcol indica Simon Garth immobile accanto a Marie -… mi ha dato un’idea di dove trovarne uno. Il mio problema è che non so se dove si trova riuscirà ad udire il mio richiamo. Forse ne dovrei costruire uno io ma non sono sicuro di saperlo fare.-

-Allude a…?-

-A un Golem naturalmente.-

 

            Safron Caulder guarda la porta davanti a lei. È assurdo, si dice, una vampira non può nascondersi in un appartamento di un condominio. I vampiri giacciono in tombe nei cimiteri o nelle cripte ammuffite, eppure…Trudy Taylor non è ufficialmente morta, non ha una sua tomba, quindi dove può nascondersi?

            Inutile esitare: se aspetta il calare della notte Trudy potrebbe venire a cercarla e stavolta un crocefisso potrebbe non bastare a salvarla. Per fortuna tra le cose lasciate da Blade c’era quanto le serve in quest’occasione.

            La porta è chiusa ovviamente ma tra le cose che Safron ha imparato scassinare una serratura non è la più difficile.

            Entra ed è subito colpita dall’odore di stantio… l’odore della morte, le viene da pensare. Tutte le serrande sono abbassate, nessuna luce filtra dall’esterno. Per fortuna ha con sé una pila. Si muove per un appartamento che ha tutta l’aria di essere abbandonato da tempo e raggiunge la camera da letto.

            Lei è lì: distesa sopra il letto con indosso solo il perizoma e i lustrini sui capezzoli. Ha senso, si ritrova a pensare Safron, non deve preoccuparsi degli abiti, non più ormai. La tocca: è fredda come il marmo, fredda come il cadavere che è adesso. Cosa c’è sul letto? Terra? Perché? Improvvisamente Safron ricorda che Blade le aveva raccontato che un vampiro deve riposare nella terra natia o qualcosa di simile. È questo che Trudy ha fatto? Meglio non pensarci e agire.

            Dalla sua borsa Safron estrae quello di cui ha bisogno ora: un acuminato paletto di frassino.

 

 

2.

 

 

            Donna Garth si sveglia con un forte mal di testa e riesce a malapena ad arrivare al bagno prima di vomitare.

            Blade, che sta dormendo, accanto a lei, è abituato ad avere il sonno leggero e si sveglia quasi immediatamente correndo in bagno, dove la trova in piedi davanti al lavandino che si sta lavando la faccia.

-Donna… tutto bene?- chiede.

            Lei abbozza un sorriso

-Ma certo.- risponde con apparente disinvoltura –Solo un attacco di nausea. Devo aver mangiato troppo ieri.-

            Blade rimane un attimo pensieroso, poi borbotta:

-Una nausea mattutina… non sarai…?-

-Incinta?- la voce di Donna ha assunto una sfumatura dura –La cosa ti preoccuperebbe molto, Blade? Più di un invasione di vampiri o zombie? O quello che ti dà fastidio è avere un figlio da una donna bianca?-

            Che discussione surreale da avere nudi in un bagno, pensa Blade mentre la abbraccia.

-La sola cosa che mi preoccupa è che col mio modo di vivere se avessi un figlio rischierei di farne un orfano molto presto. Del colore della sua pelle o della tua non me ne frega nulla, credimi.-

-Sì, lo so, scusami. Non so cosa mi ha preso. Più tardi andrò a comprare un test di gravidanza così ci toglieremo ogni dubbio.

            Blade annuisce e cerca di scacciare i brutti presagi che sente. Una parte di lui gli sussurra che sarebbe meglio se Donna fosse semplicemente incinta… le alternative per quelli come loro potrebbero essere peggio di una semplice indigestione.

 

            Rebecca Adamson esce dall’edificio che ospita la redazione del Tampa Bay Times dove lavora e subito la sua attenzione è attratta dalla confusione in strada. Il suo istinto di giornalista la porta a correre verso la sorgente di quella confusione e quando riesce a farsi largo tra la folla lo vede: il Golem si è risvegliato e sta venendo da lei, non ha dubbi.

            Non appena la vede la creatura d’argilla si ferma e lei si avvicina senza alcun timore. Dopotutto il Golem ospita l’anima di suo zio[1] e l’unica cosa che lo motiva è l’affetto per i suoi cari ed il desiderio di proteggerli dal male.

-Perché sei qui?- gli chiede ma la creatura, come sempre, non parla. Piuttosto la fissa a lungo e poi su si volta e riprende a camminare.

            Ok, vuoi che ti segua, pensa Rebecca, lo farò naturalmente, ma devo fare anche altro.

            Pochi secondi per avvertire via telefono suo fratello Jason, poi si morde le labbra e si decide a fare un’altra telefonata:

-Wayne… sì sono proprio io. Ascolta bene. Il Golem è tornato in vita e a quanto pare ha in mente qualcosa. Vieni subito alla baia, A quanto pare sta andando lì.-

            A fare cosa, Dio solo lo sa.

 

            Safron non sa quanto tempo è rimasta ferma a guardare Trudy. Ha la sensazione che il paletto che ha in mano pesi una tonnellata e prova l’impulso di sedersi da qualche parte e riposare, un impulso quasi irresistibile.

            Si riscuote a fatica. Blade le aveva raccontato che anche durante la loro catalessi diurna i vampiri sono in grado di usare istintivamente il loro potere ipnotico, sia pure in maniera limitata, per proteggersi. Se lei avesse ceduto e si fosse messa a sedere sarebbe rimasta lì finché la notte non fosse calata e Trudy non si fosse risvegliata e allora il suo destino sarebbe stato segnato. Deve agire subito o potrebbe non averne più la forza.

            Affonda il paletto nel cuore della sua ex amica divenuta vampira e la ragazza lancia un urlo. Per quella che a Safron sembra un’eternità ma in realtà non è più di un secondo il corpo di Trudy è scosso da uno spasmo, poi si rilassa e sul suo volto appare un’espressione serena. Pochi attimi ed i primi segni del decadimento fisco che finora l’aveva risparmiata cominciano a manifestarsi.

            Stando a quanto le ha detto Blade, c’è ancora una cosa da fare per uccidere definitivamente un vampiro ma Safron non sarà mai capace di farla. Per fortuna sa chi può aiutarla.

 

 

3.

 

 

La maggior parte delle sue allieve non ha dubbi: se Indiana Jones vivesse oggi sarebbe Wayne Logan. Bello, biondo, atletico, è stato in mezzo mondo ed è pure simpatico, proprio il professore di archeologia che si potrebbe desiderare.

Una volta anche Rebecca Adamson l’avrebbe pensata così ma le cose tra lei e Wayne sono cambiate da anni e rivedersi è fonte di imbarazzo. Wayne cerca di ignorare la cosa e concentrarsi su quanto sta accadendo adesso. Lui faceva parte della spedizione che ha ritrovato il Golem e lo ha portato in Florida, sa come forze demoniache hanno tentato più volte di impadronirsi del colosso d’argilla ed è per questo che chiede:

-Non sarà controllato da qualcuno?-

            Rebecca scuota la testa.

-Non lo so.- risponde –Posso solo dire che si è mosso ed è venuto da me, poi ha cominciato a muoversi verso la spiaggia.-

-Direi che vuole prendere il mare.- interviene suo fratello Jason.

In effetti, il Golem sta per entrare in acqua-

-Fermo!- gli intima Rebecca e il Golem si volta a guardarla.

            I tre gli si avvicinano cercando di capire cosa vuol fare, poi, improvvisamente, l’aria intorno a loro sembra come tremare ed il Golem ed i suoi tre amici scompaiono.

 

            L’Ispettore Capo Chelm guarda Safron Caulder mentre il corpo di Trudy Taylor viene portata via per il trattamento finale: una volta nell’ufficio del Coroner la bocca le verrà riempita d’aglio e poi cucita, quindi la testa le verrà staccata e poi bruciata, il solo modo per uccidere definitivamente un vampiro. Chelm l’ha visto fare molte volte ma non si è mai abituato davvero. Non osa pensare a quella ragazza mentre prova a farlo. Può essere anche una dura ma dubita che lo sia abbastanza per questo.

-Ha fatto un buon lavoro, miss Caulder…- le dice -… ma ha rischiato molto, poteva venire subito da me e ci avrebbe pensato la mia squadra.-

-Non… non mi è proprio venuto in mente.- risponde la donna di colore poi abbozza un sorriso –Sa… quelle come me non sono abituate a rivolgersi alla Polizia. Ci ho pensato solo dopo.-

-Capisco… e non ha nemmeno pensato di rivolgersi a Blade e alla sua banda di cacciatori di vampiri?-

-Blade è qui? Non lo sapevo. Io e lui non siamo… non siamo più in contatto da tempo. Pensavo fosse negli Stati Uniti… a New Orleans.-

            Chelm sembra imbarazzato adesso.

-Non so quanto ci rimarrà ma per ora è qui. Alloggia da Frank Drake in quella che era la villa degli Harker.-

-Ah… beh ora posso andare ispettore? Vorrei riposare un po’… sa stasera devo lavorare-

-Ma certo. Vuole che la faccia accompagnare?-

-No… non occorre. È giorno e non corro certo il rischio che qualche vampiro mi attacchi per vendicare Trudy.-

 

            Lilith la vede uscire dalla centrale di Polizia e comincia a seguirla volando sopra di lei in forma di pipistrello. Non le importa nulla di Trudy Taylor, era solo una delle tante serve che ha ereditato da suo padre, non fa gran differenza una non-morta in più o in meno. Tuttavia è dovere di una regina proteggere i suoi sudditi e vendicarli quando sono uccisi e lei non può permettere che una qualunque spogliarellista uccida una delle sue suddite. Quella sgualdrina negra deve pagare per quello che ha fatto e la giustizia di Lilith è spietata e non concede appelli.

 

 

4.

 

 

            Quello che coglie i tre esseri umani quando si materializzano nella sala in penombra è un momento di totale disorientamento. Rebecca Adamson barcolla e viene sostenuta da Wayne Logan che sente anche lui girare la testa. Jason Adamson cade in ginocchio e vomita sul pavimento.

            Marie Laveau storce la bocca in una smorfia di disgusto mentre il Rabbino Eshcol esclama:

-E voi chi siete?- si gira verso la Regina Voodoo e chiede –Che è successo?-

-Non lo so.- risponde lei perplessa –Avevo richiamato a me solo il Golem, loro non erano previsti.-

-Chi siete voi e perché ci avete portato qui?- chiede Wayne ormai ripresosi.

-Io sono Marie Laveau.-

-La… la Regina Voodoo di New Orleans?- interviene Rebecca –Avevo sentito delle voci che dicevano che era ancora viva ma non ci davo credito.-

            Marie fa un sorriso divertito e replica:

-Ti conviene farlo, ragazza, perché sono proprio io e sono molto viva come vedi.-

-Chi è Marie Laveau?- chiede un perplesso Jason. Sua sorella lo guarda come se lo rimproverasse della sua ignoranza.

-Una donna molto bella da quel che vedo… e molto pericolosa stando alle leggende.- interviene ancora Wayne.

-Grazie dei complimenti.- replica Marie –E ora diteci chi siete e che legame avete col Golem. L’unica cosa che so di voi è che siete americani a giudicare dall’accento.-

-Perché non cominciate voi a dirci chi siete e dove ci avete portati e perché?- ribatte Rebecca.

-Mi sembra giusto.- risponde Eshcol e racconta tutta la storia.

-Farei fatica a crederci…- commenta Wayne -… se anche noi non avessimo ripetutamente a che fare con dei demoni da quando abbiamo ritrovato il Golem.-

-Ora tocca a voi. Diteci la vostra storia.- li invita Marie.

            Non ci vuole molto ai tre per raccontare la storia di come il defunto professor Abraham Adamson fosse riuscito a ritrovare il Golem costruito dal Rabbino Loew non a Praga ma in Egitto e di come, ferito a morte da un corrotto ufficiale egiziano fosse riuscito in modi ancora non chiari a trasferire la sua essenza vitale nel Golem, che ritornò alla vita per vendicarlo e proteggere la sua famiglia.

-Quindi a dare la forza al Golem è l’affetto per voi tre, interessante.- commenta Eshcol –Questo spiega perché siete stati teleportati qui assieme a lui: il vostro reciproco legame è troppo forte per spezzarlo.-

-Catapultati nel bel mezzo della primavera londinese con addosso abiti buoni al massimo per il sole della Florida.- osserva sconsolata Rebecca.

-Trovarvi degli abiti adatti non sarà un problema.- replica Marie e prende a braccetto Wayne –Nel frattempo il professor Logan potrà intrattenermi raccontandomi le sue avventure archeologiche. Diceva che ha incontrato dei demoni, non è vero?-

            Rebecca Adamson fa per dire qualcosa ma poi ci rinuncia.

 

            L’Ispettore Constance Johanssen si sveglia ed allunga la mano verso il comodino a cercare il pacchetto di sigarette, ne estrae una e l’accende.

            Brutta abitudine, pensa tra sé e sé la bionda poliziotta, ma ne ho di peggiori dopotutto.

            Guarda verso il giovane addormentato al suo fianco. Probabilmente ha sbagliato a portarselo a casa ma le era sembrata una buona idea al momento anche se del tutto non programmata e colpa dei drink che si erano scolati al pub dopo essere stati sulla scena del crimine. Il ragazzo le era sembrato piuttosto scosso e farlo bere un po’ le era sembrato un buon modo per calmarlo. Avrebbe dovuto calcolare che dopo un paio di drink lei diventa ancora più disinibita di quanto non sia di solito.

            Dà un’occhiata all’orologio e non appena vede che ora è capisce che non è più il caso di indugiare sotto le lenzuola e scuote il giovane poliziotto.

-Sveglia David, il lavoro ci aspetta.-

            David Landers, poliziotto di pattuglia in servizio si sveglia e dopo un attimo di smarrimento comprende tre cose: non è a casa sua, è nudo esattamente come la donna al suo fianco, che non mostra a differenza sua, il minimo imbarazzo, è quasi svenuto dopo aver visto quella specie di cadavere mummificato e lei lo ha portato via poi loro hanno…

-Vai in bagno tu per primo.- la voce di Constance interrompe il flusso dei suoi pensieri –Poi tocca a me e mi raggiungi sotto la doccia, va bene?-

            David annuisce ancora un po’ confuso e si alza. Quella donna… l’ispettore… Constance ha parlato di lavoro. Ci sono novità sull’assassino della notte prima? Spera proprio di sì.

 

            Il destino ha spesso modi misteriosi di operare. Se Blade non si fosse sentito nervoso e lui e Donna Garth non avessero avuto una discussione, l’avrebbe accompagnata dal dottore e certe cose sarebbero andate diversamente, invece è tornato nel suo vecchio quartiere sperando forse, di trovare conforto nei ricordi… anche se nel suo caso pochi sono i ricordi belli.

            Il respiro quasi gli si blocca quando sul marciapiede opposto vede Safron Caulder. Era stata la sua donna in quella che ora gli sembra un’eternità fa. Fa per chiamarla, poi il suo sguardo allenato nota il pipistrello che sta volando proprio sopra di lei.

Insolito vedere un pipistrello in piena Londra. Se non fosse ancora giorno Blade penserebbe ad un vampiro ma a quest’ora i vampiri sono tutti nelle loro tombe quindi… un momento… c’è una vampira che non è come gli altri: che può muoversi alla luce del giorno e che non teme la croce, l’aglio e le altre limitazioni dei vampiri e se è lei…

Con passo svelto Blade attraversa la strada.

 

 

5.

 

 

            Donna Garth si sente male. Le sembra che il ventre le bruci e che ci sia qualcosa dentro di lei che vuole uscire. Prova la terribile tentazione di strapparsi la pelle e poi c’è quella sensazione crescente di fame. Deve nutrirsi… deve.

            Si alza di scatto ed esce dalla sala d’aspetto dello studio medico sotto gli occhi stupiti dell’infermiera un attimo prima che arrivi il segnale di farla passare.

            Frank Drake che l’ha accompagnata dal suo medico personale ha appena il tempo di dire.

-Donna… cosa c’è?-

            Lei non lo ascolta esce di corsa e riesce a raggiungere il vicolo accanto prima di cadere svenuta.

            Frank Drake esce a sua volta e Taj Nital, che era rimasto nella Rolls Royce, gli indica il vicolo, ma quando entrambi lo raggiungono. Donna è scomparsa e nel vicolo ci sono solo i suoi vestiti fatti a brandelli.

-Ma cosa sta succedendo?- si chiede Frank ad alta voce.

            La risposta arriverà presto e non gli piacerà.

 

            Safron Caulder è entrata nel condominio dove abita e si sta apprestando ad aprire la porta del suo appartamento al quinto piano quando sente una voce alle sue spalle.

-Safron...-

            Si volta e vede Blade. È passato molto tempo dall’ultima volta e lui è cambiato, ma anche lei lo è dopotutto.

-Che ci fai qui?- gli chiede cercando di mostrarsi indifferente.

-Ti ho visto in strada e… dovevo avvertirti.-

-Avvertirmi di cosa?-

            Mentre parlano sono entrati in casa.

-Sei in pericolo: sei stata seguita da…-

            Non termina la frase. Una figura si materializza quasi dal nulla in mezzo a loro e li afferra entrambi per il collo.

-Blade, questa sì che è una piacevole sorpresa.- dice Lilith, figlia di Dracula –La tua pupattola bionda lo sa che te la fai anche con questa negretta? Non che abbia importanza in fondo. Ho promesso all’Ispettore Chelm che vi avrei uccisi tutti un giorno o l’altro e posso benissimo cominciare da te adesso.-

            Come se fosse senza peso la Regina dei vampiri scaglia Blade contro una finestra mentre Safron urla.

 

            Quando arrivano alla casa di Henry Walton a Kensington è Constance Johanssen a bussare alla porta. Passa qualche istante poi la porta si apre. Sulla soglia non c’è nessuno e Constance fa un passo avanti seguita dagli uomini con lei.

            Si è sbagliata: c’è un uomo in piedi, indietro quanto basta per far passare i nuovi arrivati.

-Chi siete?- chiede.

            Inglese impeccabile ma c’è qualcosa nella tonalità della sua voce… qualcosa che Constance non riesce ad identificare e che le fa rizzare i capelli sulla nuca.

-Polizia metropolitana.- risponde –Io sono l’Ispettore Detective Constance Johanssen e vorrei farle domande su un libro che ha comprato in un negozio molto particolare.-

            Gli occhi dell’uomo si illuminano e Constance ha per un secondo l’impressione che non sia solo una figura retorica.

-Ah… i Culti Innominabili. Libro interessante ma bisogna saperlo usare. Alcuni degli incantesimi che vi sono contenuti possono sfuggire al controllo e liberare forze che… divorano… chi le ha scatenate.-

            La porta alle loro spalle si chiude bruscamente da sola.

-Sa, Ispettore… dovrei ringraziare lei ed i suoi uomini per essere venuti.-

            Ora ne è convinta. Gli occhi di quell’uomo brillano come se fossero di fuoco.

-Perché?- chiede mentre estrae la pistola.

            L’apparenza dell’uomo, se uomo è, cambia: diventa più grande la sua pelle prende un colore rosso accesso ed anche la sua voce assume un timbro che perfino lei non può che definire spaventoso:

-Perché non capita spesso che il cibo si presenti spontaneamente a casa tua giusto in tempo per la cena.-

            Al suo fianco David Landers urla.

 

 

FINE QUARANTOTTESIMO EPISODIO

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Che posso dire su quest’episodio? Molto poco, quindi cominciamo:

1)     Sul Golem e sul suo ritrovamento in Egitto dicono tutto i personaggi nella storia a me non resta che aggiungere che questa versione è opera di Len Wein & John Buscema e risale al 1974.

2)     Quanto a Y’Garon e la Triade di cui fa parte è una creazione di Chris Claremont & Don Heck su Giant Size Dracula #2 datato gennaio 1974, una delle primissime storie che Claremont scrisse una volta giunto a lavorare per la Marvel.

Nel prossimo episodio: demoni mostri e vampiri. Accontentatevi di questo per ora.

 

 

Carlo 



[1] Credeteci sulla parola: è accaduto su Strange Tales #174 (In Italia su Conan & Ka-Zar, Corno, #30/31).